sabato 22 dicembre 2012

Blake, Ungaretti

Sono tornato spesso a cercare questa 'cosa' di William Blake (1757-1827), ma non so perché mi sfuggiva sempre. Ho sfogliato le 'Visioni' parecchie volte, niente da fare: aspettando che uscisse il caffè, sfoglio una antologia di Ungaretti, che devo leggere dall'1/4/76, e aprendo a caso, leggo questa traduzione:

Non cercare mai.
Non cercare mai di dire il tuo amore,
Amore che non può essere mai detto;
Il gentile soffio si muove
In silenzio, invisibile.

Dissi il mio amore, già dissi il mio amore,
Il cuore le apersi;
Tremando, gelando, in orrenda tema,
Ah, lei, lei se ne andò.

Appena mi lasciò,
Un viandante passò,
In silenzio, invisibile:
Gli bastò un sorriso, la prese.

   La cosa più stupida e inutile che si possa pensare di questi versi è il richiamo alla misoginia, o alla donna traditrice. Nulla di più sbagliato: ciò che vale è il resto, ed è magistralmente scritto. Ad esempio l'amore che si muove come un gentile soffio, vorrei dire -a rischio di essere prosaico- come il più nobile e incomprimibile dei gas. Ma metto da parte i gas, e dico alito vitale, inarrestabile comunque, dal momento che è lui a scegliersi il depositario finale, nonostante le insistenze dei cuori infranti e poetanti, liberando, anche, gli amanti indirizzati verso altri cuori dal peso del rimorso. Ma a sostenere ciò servirebbe meglio un avvocato. O no?!

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