''Puta nera'' era il titolo di questa cosa, che nasceva, se nascimento ebbe, dalla visione reiterata delle tante ragazze che affollavano ed affollano le stazioni; dicono che queste che io vedo partano da Torino la sera, si spargano per l'Emilia intera, e che vi facciano ritorno la mattina successiva. Hanno occhi che spezzano il cuore. Il titolo di questa cosa deve aver suscitato la pruriggine di qualche ricerca su internet, poiché risultava essere la cosa più letta tra quelle che ho postato. Bella soddisfazione... che però mi sono tolta anch'io, cancellando il testo, cosciente del suo scarsissimo valore. La rimetto qui, a beneficio di quell'isolato commentatore che vi lesse un turpiloquio che, nonostante un paio di parole, non colgo. Forse ho colto troppo dolore per far caso a parole come 'cazzetto moscio'. O no?
latra la notte, l'atra
nella notte altrui, né altri
là tra noi, negli atrii
latrano
o parole che disumanano:
pora dona, negra povera donna
ride delle tette strette
le sballotta nel vento
caldo e afa, vai a sapere
in quella scìa che le divide
sudore, credo
e fetu fetore
accattàtiv sì pummadòr compratevi questi pomodori
bianchi di merda
cazzetti mosci
senza una donna stroscia di poco valore
che vi dica 'prendimi'
Venho do nosso Bgasìu, segnò Vengo dal Brasile, signore
e quando voi piangete, eu gozo io godo
quando godete, eu choro, io piango
segnò
pra uma praia de favela, os olhos, o luar per una spiaggia di favela, per gli occhi, il chiar di luna
questa notte che latra negli atrii
e più atra, màs honda più profonda
più affonda nei corpi assonnati
le negrette s'offrono in saldo
hanno avanzi di giornata
meloni c'occhi dolenti
nocche evidenti
e qualche soldo da racimolare a stento
pora dona povera donna
o pora fioeula, o povera ragazza
buttana nìvura ca ti stenn puttana negra che ti allunghi
sui marmi della biglietteria
dà, c'arriva dài, che arriva
un treno fatto in fretta
una rondine sotto il tetto
una scritta
benvenuta tu sia da Salvador de Bahìa.
28.8.12
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