sabato 1 febbraio 2014

Madonna di Mare (Cambiano a Metaponto i crotoniatidi sul Basento...)


La poesia dovrebbe essere qualcosa di universale, l'assunto è così banale che non dovrei poter sbagliare, almeno in questo caso; non essendo quella che segue una poesia, mi limito al particolare, anzi mi limita il particolare, di cui, in fondo, è cosa, se non doverosa, almeno gentile dare spiegazione ad un molto eventuale lettore...
La prima sciocchezza che ho scritto in ordine di apparizione è ''cambiano a Metaponto i crotonesi sul Basento'' ...giocando su un verso di A. von Platen (lì si parla di Busento), ritrasmessoci da Carducci, che suonava - si potrebbe dire 'barbaramente'; ''cupi a notte canti suonano'': chi conosce almeno per sentito dire i viaggi della speranza, i tentativi di centinaia di migliaia di persone che tentavano di agganciarsi ad una vita decente o appena migliore, chi sa qualcosa delle privazioni e delle speranze, e dello stato di abbandono, dei silenzi, delle assenze che da queste terre sembrano quasi incancellabili, beh, forse quelle persone possono capire cosa significa quel ''cambiano''.
'Madonna di mare' è una collina sul mare, quasi bordata in ampia curva da una ferrovia a binario unico, percorsa soprattutto da littorine - oggi si chiamano automotrici termiche - che collegano tutte quelle colonie magnogreche di cui la locale retorica continua a magnificare...Taranto Sibari Crotone Locri... e le ridenti località costiere, che non si capisce cosa abbiano poi da ridere... sì, stavo dicendo che a Madonna di mare è relegata, nella immancabile piccola chiesa, la statua di san Cataldo, con annessa storia di marinai, naufragi, ritrovamenti, miracolo, e postura a devozione, amen... e ti pareva!
Si ammirano inoltre: stabilimento industriale nei pressi di Punta Alice, su preesistente insediamento magnogreco con tempio dedicato ad Apollo Aleo, che gli operosi tombaroli locali hanno provveduto a tempo debito a razziare, una torre d'avvistamento medievale, 'a turra vecchia', in ottimo stato di abbandono, e poi, adiacenti alla chiesa di cui sopra, i cosiddetti 'mercati saraceni', talmente ben restaurati che è praticamente inutile visitarli... bastava una ricostruzione tridimensionale; la vista che da qui (dovrei dire colà) si gode potrebbe essere impareggiabile (che significa godibile), ma sarebbe un risultato scontato, talché (bello, eh, 'talché'?) sì è provveduto a mitigarne la bellezza con accurati accumuli di materie plastiche, sacchetti rigorosamente non biodegradabili, lattine, cicche, scorze di melone, avanzi di accoppiamenti furtivi e varie ed eventuali ivi sapientemente collocati, con l'evidente fine di evitare ai visitatori il rischio dell'insorgenza della sindrome di Stendhal; può bastare: questo posto racchiude o mi ricorda buona parte di ciò che di bello il mio sguardo trattiene di questi miei cinquant'anni.

qui dove i telefoni non prendono
altro che vento e cavità di mari
dove seduto ascolto un rigurgito di sale
risalgono a piedi gli achei
scartando littorine
seguono una bava di binario
con scudi di cartone
vengono qui i miei guerrieri di notte
con facce spaurite di civetta
a Madonna di mare
sfogliano cartoline
di moderne ristrutturazioni
mercati saraceni torre di guardia chiesetta
e trenino a dondolo
sullo sfondo
la montecatini
sotto
murato a morte
tempio di apollo aleo
il bel volto
cercano una mappa gli achei devastata
la città sepolta
non sanno di carte e cacce di tesori
che anche questo posto
nasconde alla vista
sette camere e spezzato un filo d'oro


oggi che asparagi si contendono
selvatici i figli degli achei di sempre.


31 maggio 2010



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