sabato 10 maggio 2014

Avessi poesia da dirti



Avessi poesia da dirti
Di una musica stridente
Come di pomice e mare
a sussurrarti
Un silenzio d’anfratti
Dove chinarmi a fenderti
Con note lente
Che t’avvolgano precise
in un mosaico a tessere e di perle
E poi moltiplicare
Per carezze mani
E con dita
di migliaia
Nasconderti alle viste
E portarti
Nella notte buona
Quella che arriva
Dove non servono più lampare
in questo tempo di mare
Che mi rivolta nel tuo ventre
Come una schiuma
Come un respiro orfano del vento
E in superficie
Solo il silenzio carico
come un ricordo di rami ebbri
di limoni
e gonfi
come un profumo
che sconvolge
il nostro stesso desiderio.

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