martedì 15 luglio 2014

Tulio, climax.



   … si ritrovò a premere gli occhi contro il cuscino, quasi a voler circoscrivere e trattenere la sua immagine, di lei che aveva confine entro i suoi pensieri, non oltre, non altro… e gli sembrò di star trattenendo una farfalla, con la delicatezza impostagli dalla fragilità delle ali, immaginò qualcosa di farinoso al tatto, come se il colore di quelle ali, abbandonando la propria sede, passasse attraverso le dita fino alla sua immaginazione, creando un moto circolare tra pensieri, ali, dita… un sogno tattile, questo diventava quel ricordo, quel sogno che voleva stringere negli occhi…
    Le parole, lentamente, cominciarono ad affiorare, sulle prime indistinte, suoni quasi casuali, poi, con decisione cosciente, cominciarono a disporsi sempre più precise, riformando e riproponendo bisbigli, sussurri, monosillabi, parole, frasi intere, quelle di lei che la sua memoria da qualche parte aveva tenuto in serbo… una collezione verbale si andava concretizzando sulle labbra di lui spinte contro il cuscino per non ripeterle, le parole che egli aveva pronunciato, di rimando, quando loro due si erano parlati…
    Il suo corpo di ragazza, quasi impenitente, si riproponeva accanto a quello dell’uomo che ora sentiva il desiderio premere e quasi opprimerlo… nessuna stasi riusciva a placarlo, il sonno estivo rimaneva distante, e i pensieri riuscirono infine ad affollarsi, a sovrapporsi, ad inseguirlo, entrarono nei suoi occhi, nelle orecchie, bussarono alle tempie, si impadronirono dei suoi movimenti, implacabili…
   Quando riaprì gli occhi si accorse che lei non si era mai mossa da lì, che gli era accanto, e che ancora una volta il sogno aveva lottato con la realtà, e ne era  riuscito sopraffatto…
   L’aveva amata, si erano amati, come sempre e ovunque fossero.

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