lunedì 24 agosto 2015

nulla che trascenda

nulla che trascenda
l'immobilità del luogo
ha paure antiche
a sapore di fondali
o a volte di cieli
una linea comunque
che demarchi
il passaggio delle correnti
e dove finisce il cielo
sapere
di fermarmi
e attendere
fin che ricomincia il mare
in memoria del golfo di Taranto
chiuso qui nel suo estremo
dove smette il suo messaggio a torto tetro
l'acanto, e ricomincia
la paura dei naviganti nella sua fiera quiete

23.8.2015



sabato 22 agosto 2015

fanno male i segni e si sentono

fanno male i segni e si sentono
i punti particolari del dolore
ma conoscere l'essenza
è altro
è il corpo spiegato
sulla pietra
l'anima avvolta
l'anelito che spezza
del volere e non avere
altro da dare
che il moto
pendolare
degli occhi in una stanza
lontana dalle giostre

rido come te
di lacrime vietate dalle soste
e le tue mani sono bianche
tanto che ne indovino
sotto pelle
lo scorrere del sangue nelle vene

le tue vene
così candide
e belle
che ne carezzo
tutto il dolore che le contiene

sarà altro e altro ancora
e tu, al centro di tanta prova.

La bellezza immobile

La bellezza immobile
Il giro d'asse
Sul chi odo
Fisso
L'immobile bellezza
Il tempo degli averi
Stretti negli occhi
Erostrato, anche questo
Il tuo fuoco
Amaro di Efeso diceva
Forse la meravglia ti perse
A orilla del mar
Los dedos
Nulla
Il rimestio dell'onda
Con occhi di rupe
Mirando verso il basso
Guarda
Sono gli arrivi, vari
Tu non credevi al vero
Sono così
Questi gigli di mare
Lottano senza parole e senza sosta
Sono antichi come il vento
E belli come il tempo da venire
Oh, ma tu saprai credere
E cedere allo spazio fratto tempo
Alla velocità o chissà
A un'altra formula che dica
Di quanta bellezza si compone
Questo tuo respiro di solo vento
Dentro il giglio di sopra tutto mare.

(parole senza ritegno, 1)

giovedì 20 agosto 2015

quanta notte...

quanta notte...
a saperlo, che tutto era qui, il giorno
in un palmo di mano
et maintenant?
sale una tentazione di stringere le dita
di vedere accartocciarsi le linee
segnate a vita, banalmente, così
come se tutto fosse solo sabbia
da trattenere
o vetro da investire
con una risata primordiale
che non dia scampo
né seguito
di tanta notte
e tanta attesa
gli occhi tra le mani
a spiare
poi
poi tutto
è il sempre oltre gli spiragli tra le dita,
poco altro che qui, ed ora:
un miserere
un nunc te cognovi
e occhi che flendo turgiduli rubent
ché altro non sanno
che sognare
che resistere
che saper rinunciare
quanta notte, stanotte, per tutte le notti

lunedì 17 agosto 2015

È l'alba che posa residuale

È l'alba che posa residuale
O la notte di febbricola torna
Ai suoi nascondigli di fogliame
I tigli stamane stringono le mani
Dietro la schiena i rami
Forse dicono dove si attarda il giorno
Anche i vetri hanno sapore di corteccia
E di tanto guardarli non rimangono che nuvole
Meravigliate nel tuo sguardo
A incedere verso la volta che il cielo
Tornerà libero nella tua strada.

È il mondo, Matteo.

venerdì 14 agosto 2015

Che ci faccio io d'altre parti?

Notte fonda, e non saprei da dove cominciare. Forse vorrei fissare sensazioni e accadimenti di questo tempo che ti ha aggredito. Non so da dove cominciare, ci sono tanti punti singolari che affiorano, non saprei a quale afferrarmi. A caso, mi tornano frasi o segmenti di discorsi...
Papà non preoccuparti, fra un po' andiamo via, è solo un mal di pancia.
Si sieda signor Amoruso, va bene anche se entra solo lei.
('Si sieda?' Avrei voluto abbozzare un sorriso, quasi un estremo tentativo di difesa... dire che stavo bene anche in piedi... invece no, 'Si sieda, per favore...' Ma è una ragazzina, dottoressa, una ragazzina non può dirmi 'si sieda', non per il motivo che sta per abbattersi su di noi, su Matteo che è la fuori a parlare al telefonino, né su di me... sei una ragazza, hai i capelli ricci, gli occhi scuri, belli... perché stai per dirmi questo? Perché devo stare seduto per sapere di mio figlio? Non puoi dirmi quello che stai per dirmi di un ragazzo di diciassette anni... non dire nulla, sono giorni e giorni che ho dei brutti presentimenti... non dire nulla e nessuno lo verrà a sapere, passerà tutto, parlerò io a Dio, e lui metterà tutto a posto, metti via quel foglio, non leggere quei dati, non farlo, sei solo una ragazza, potresti essere mia figlia, potresti scherzare con Matteo, coi suoi fratelli...)
Guardi qui, lo sgabello dove sono seduto, guardi qui, i materiali chirurgici, guardi qui, anche le porte hanno un codice a barre, le sedie, le scrivanie, qui ogni cosa è individuata da un codice a barre, guardi qui, lo capisce anche lei... non vedo più i codici a barre, non vedo nulla, oggetti indistinti, volti preoccupati, tristi... 165.000, in cifre, centosesssantacinquemila, in lettere, come nei bollettini postali, è la cifra da pagare o versare, l'oblazione non estingue la pena... vede signor Amoruso? dovrebbero essere massimo diecimila... la prima cosa da fare è ripetere gli esami, sì, ripetere gli esami, ripeterli, ovvio, questi sono sbagliati, inesatti, incompleti, qualche macchina deve essere impazzita, non è nemmeno uno scherzo, è un errore, non mi arrabbierò, è solo un errore, può succedere a chiunque di sbagliare...
No, non potete andare a casa, no, i volontari saranno qui a momenti, l'ambulanza è quasi pronta, la finestra è semiaperta, pioverà, no, non potete passare da casa, non potete perdere tempo, sì, può accompagnarlo in ambulanza, sì, è minorenne, può salire anche lei, ma solo davanti...
Facciamo entrare suo figlio, sì, Matteo è mio figlio, ha diciassette anni, Matteo, Matteo ha diciassette anni e 165.000 globuli bianchi, e qualche raffreddore, nulla più, e questa febbricola negli ultimi giorni, e un po' di dolore all'addome, ma solo negli ultimi giorni... gli ultimi giorni, solo gli ultimi giorni, capisce dottoressa? Solo gli ultimi giorni, contro una vita, non vale...
Uno stacco, la dottoressa e Matteo si sono parlati, Matteo ha capito tutto, perfettamente, e si preoccupa, Matteo è seduto sul lettino e si preoccupa, ma per sua madre: 'e adesso chi glielo dice alla mamma?'
Da dove potrei cominciare a fissare questa storia? Ci sono tanti punti singolari, in questa storia, che emergono, tenuti insieme dalla grandezza di Matteo, dalla sua forza smisurata che ci ha imposto a nostra volta, a tutti noi, di essere forti, di poter meritare questo privilegio di essere suoi genitori, suoi fratelli.
Non avevo mai lodato un mio figlio prima d'ora, e non certo per mancanza di motivi, solo perché sono fatto così, con la mia fissazione per l'imparzialità e il rispetto per i meriti altrui. Alla fine sono i miei figli a risentirne, non sono imparziale, ma sciocco direi, sciocco, senza sale.
Forse riprenderò questa storia, anche se nessun punto di essa può ergersi al ruolo di 'inizio'. Io non so come questa storia sia cominciata, ma era il 19 giugno 2015.

L'amore non dorme mai; Ci disponiamo alla notte

L'amore non dorme mai
Veglia sulle guance
Sulle labbra
Sulle mani che si quietano
E a notte si appunta
Sulle gote
Perché l'alba non trovi lacrime
Ma un sorriso che acquieti.


8 agosto 2015

Ci disponiamo alla notte
Dormirò nei tuoi sogni
Con un solo occhio
Tanto basta 
A un altro giorno.
Tu sistema il tuo bagaglio
Proprio in mezzo ai miei occhi
Finchè avranno luce
Ti serviranno la speranza
Il resto del viaggio
È solo scenario che cambia
Le tante facce di un unico fondale
Viaggia insieme a me
Mio angelo
Lontano da questa stanza d'ospedale.



9 agosto 2015

venerdì 7 agosto 2015

Un gesto per salvare tanti come Matteo.


Dal quotidiano di Piacenza 'Libertà', del 20 luglio 2015, la lettera che i miei figli hanno scritto al Direttore di quel giornale. 
   Premetto che fino a un mese fa io ero una specie di 'portatore sano' di ignoranza: sentivo parlare di donazioni, di volontariato, dedicavo qualcuno dei miei tanti futili minuti ad un pensiero di circostanza e poi tornavo a pensare alle mie più o meno piccole, ordinarie occupazioni e preoccupazioni.   

   Da quel 19 giugno la vita della mia famiglia è cambiata, come quella di tante famiglie che la hanno preceduta in esperienze simili.
   Oggi, ogni attimo è dedicato a Matteo, ogni decisione è dettata dalle sue esigenze, dai suoi desideri, dal suo stato d'animo e fisico, come è giusto che sia, non solo da parte mia, ma di tutti noi.   
   Questi meravigliosi ragazzi - per una volta li definisco così, cosa che avrei dovuto fare ben prima di oggi - hanno trovato e trovano il modo di insegnarmi tantissimo, soprattutto lui, il 'cucciolo', il 'leoncino', come lo hanno ribattezzato medici e infermieri dell'ospedale presso il quale è ricoverato.   
   Allego la lettera perché vorrei che grazie ad essa si sapesse qualcosa di più relativamente alla donazione di midollo, più di quanto ne sapevo io, ad esempio, convinto come ero che la donazione del midollo fosse qualcosa di estremamente doloroso e traumatico. Forse qualche mezzo di informazione, come la RAI, potrebbe dedicare qualche messaggio ad argomenti simili, invece di continuare ad insistere sulle solite raccomandazioni di bere molta acqua e rimanersene all'ombra durante le più calde ore estive, cose che ormai dovremmo avere capito tutti...   
   Questa lettera potrete condividerla, ignorarla, sorvolare, non chiedo nulla. Dico solo che mettere in luce la sofferenza e le vie per uscirne non è una questione di mancanza di riservatezza o, peggio, voglia di apparire sui social, ma una cosa tremendamente seria e importante. Se si conosce una strada, una via d'uscita, credo sia importante indicarla, aiutandosi vicendevolmente a percorrerla...





Crescere così come fa il grano

Crescere così come fa il grano
Fidando sotto il palmo carezzevole
E dalla mano scambiarsi
Speranza e vita
Passa, il nostro cammino, negli occhi
E altissima quiete muove raggi
Dal sole sui tratturi.
Non stancatevi mai di lottare
Di strappare le spine dal cammino
Di sentire l'aria e il suo sapore
E nella mente, negli occhi contenere
La meraviglia, tanta, di ogni giorno
Che vince e da tanta notte
Silenziosa
Illumina,
Accompagna.


1 agosto 2015.


Delle case dove penetra la sofferenza spesso non si vedono che scuri accostati, tapparelle abbassate. Sembra che la luce si ostini a non entrare, che si rifiuti di fare il suo ingresso proprio in quegli spazi dove più ce ne sarebbe bisogno e voglia, di luce. Forse cercherò di descrivere quanto ci è capitato, pur sapendo che servirebbe a poco o nulla. Potrebbe essere un'altra sofferenza, rivivere e descrivere questa storia. Mi viene già da dire una bestialità, che le sofferenze più inutili e gratuite sono quelle che non producono uomini migliori. Ma chi sono io per dire questo?

Sono nelle spalle
Stretto come un pensiero
Sofferto.
Cerco la tua mano
Nelle sue linee, pure
E s'apre, al chiaro
Il campo di solo cielo
Socchiuso nei tuoi occhi.
Quanta meraviglia
Quanto dolore
Tocca.


25 luglio 2015

Vedrai, ci diranno che tutto quello che stiamo vivendo è solo un brutto sogno, che purtroppo essendo tu il più bravo ti hanno assegnato questo ruolo da protagonista, e tu stringi i denti per farmici credere... ma io lo so che avete organizzato questa rappresentazione, che queste sono le prove di un teatro più grande e infinito... uno di questi giorni mi dirai che è stato tutto uno scherzo, angelo mio... che dottori, infermieri, tirocinanti, i tuoi fratelli, questi signori abbigliati da degenti, e anche tu, eravate tutti d'accordo e siccome sapete recitare benissimo avete fatto in modo che io ci cascassi... bastava dirmelo, già da quando siamo andati al pronto soccorso, proprio un mese fa, a quest'ora precisa. Un mese che guardi il cielo dalle finestre amore mio e lo tocchi solo coi tuoi pensieri meravigliosi.
Cosa posso fare, anima mia, mio adorato?


19 luglio 2015

Chiamavo 'la strada per Emma' i tuoi passi che tagliavano i campi di mais e avevo sempre timore, aspettandoti al ritorno. Ma valeva la pena, sempre, per questo tuo grande amore. E qualche volta ti ho pure preso in giro, accompagnandoti da lei, dicendoti che il tuo era un amore fuori mano, in fondo a quella stradina stretta, ma che si trattava di un amore bellissimo, un amore che mi colpisce profondamente, che mi commuove ogni volta, quando questa bambina o poco più ti sussurra 'amore mio', a te, bambino o poco più. Starvi accanto, anche in ospedale, è un privilegio assoluto.
Ai lati della strada per Emma il granturco sta crescendo in fretta, silenziosamente, e il sole che va a dormire sembra farlo in punta di piedi, per non scomodare la pace dell'orizzonte, sembra quasi che si appisoli per un attimo, per poi splendere nuovamente, sulle vostre dita poco più che infantili, eppure già così profondamente intrecciate. O forse il sole non va a dormire, si prepara nei vostri occhi poco più che infantili, e rinasce con la sua livrea più bella, quella dei sogni che insieme intessete.


16 luglio 2015